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Immagine del redattoreMarina Clemente

"È buono da mangiare quello che è buono da pensare”

secondo l’antropologo americano Marvin Harris, illustre studioso delle culture alimentari.

È provato scientificamente che il nostro cervello associa al colore dei cibi emozioni positive o negative secondo una “memoria pregressa” che ci lega a sensazioni gradevoli o spiacevoli vissute nel passato.


Quando infatti un alimento si presenta di un colore diverso da quello a cui siamo abituati veniamo subito investiti da un senso di diffidenza, e talvolta di disgusto.


Il colore quindi diventa un segnale di pericolo e ci fornisce indicazioni primarie sul cibo: se un frutto è verde è acerbo, se ha un bel colore è maturo, se tende al marrone è marcio.


Prima ancora di assaggiarlo abbiamo già una chiara idea del gusto che avrà: aspro, dolce o acido, come se vista e gusto si fossero associati a creare una sensazione unica. Non vi è dubbio che per i bambini il cibo è soprattutto “colore e forma”. Il rapporto con l’elemento cromatico nel contesto alimentare è decisamente positivo.


Per tutti questi motivi, al CASTELLO DI PICCOLE SCINTILLE il nostro Chef Marco ritiene indispensabile e prezioso anche l'impiattamento dei cibi prima di presentarli ai bimbi.


Di seguito alcuni scatti del suo genio



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