Fin dalla prima infanzia,i bambini tendono spesso a nascondersi: dietro ad una tenda, sotto il tavolo, dentro all'armadio di mamma o sotto le coperte.
È naturale e terapeutico: se inizialmente, per i più piccoli, la tana è vista come luogo personale nel quale rannicchiarsi, in intimità con il proprio Io, crescendo diviene anche vero e proprio gioco di ideazione.
La TANA rappresenta per il bambino piccolo, un angolino magico, dove apparire e scomparire ; ma anche il suo bisogno di contenimento e di raccolta, in un mondo a misura di adulti.
Un velo, un tulle o delle stoffe trasparenti in un angolo, che abbassino le altezze dei soffitti in casa, può aiutare il bimbo piccolo a ritrovare quella naturale familiarità pre natale;
all’interno potremmo inserire un cuscinone e un cestino con dei libri sensoriali, i suoi preferiti!
Per i bambini più grandi, invece, la tana diventa un preciso PROGETTO...
Un bastone che regge il lenzuolo trasformando il letto in una tenda canadese all'interno della quale leggere avventure di pirati armati solo di una pila; scatoloni nell'angolo del salotto per nascondersi agli occhi dei grandi; anche solo una fitta cupola di rami in giardino, strutturata naturalmente in modo da potersi nascondere e prendere il tè con le amichette e, mano a mano prosegue con la crescita, le strutture si fanno sempre più complesse e accoglienti.
Soprattutto, la tana è uno luogo tutto suo. Suo personale. I confini della tana marcano metaforicamente quelli della sua vita interiore: qualcosa sta dentro, altro sta fuori, e finisce così per simboleggiare la sua interiorità.
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